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Domenico Guaccero

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[Musiche di scena per] Sonata di spettri [di August Strindberg, regia di Antonio Calenda]

 


Forma o tipo di composizione: musiche di scena
Organico analitico: voce femminile, voce maschile, arpa

Luogo e data di composizione: [Roma], 1968 [?]

Note sulla genesi: Calenda era appena stato regista e performer nella première di ‘Rappresentazione et Esercizio’ (settembre 1968), e questa sarà la prima di cinque collaborazioni che Guaccero darà come autore di musiche di scena per suoi allestimenti. La data della prima (radiodiffusione?) è stata desunta da ‘I copioni della Prosa dell’Archivio Radiofonico Toscano’. Catalogo, a cura di Angela Frati, Edizioni dell’Assemblea – Consiglio Regionale della Toscana – Rai-Teche, Firenze 2008, p. 30.

Prima esecuzione: 15.10.1968, Firenze, Studi Radiofonici della Rai. Traduzione di Luciano Codignola ; musiche di Domenico Guaccero ; Compagnia di prosa di Firenze della Radio. Interpreti: Caravaggi, Anna; Checchi, Andrea; Donati, Vittorio; Gentile, Gioietta; Ghione, Ileana; Gueli, Maurizio; Lionello, Alberto; Radicchi, Grazia; Scandurra, Franco. Regia di Antonio Calenda.

Note generali: L’unica fonte nota è una serie di quattro nastri magnetici originali (vedi scheda in fonti sonore), conservati presso la Discoteca di Stato (ora ICBSA), ma provenienti dall’Archivio della Rai di Roma, e salvatisi grazie all’acquisizione in occasione di uno scarto d’archivio. La pièce è stata ridotta radiofonicamente dall’originale in 3 atti ?dal regista, che la presenta all’inizio del nastro radiofonico. Accanto ad effetti sonori (che potrebbero esser stati realizzati direttamente dallo studio radiofonico) sono presenti alcuni più o meno brevi interventi musicali, realizzati perlopiù da una voce femminile e da un’arpa, e perciò legati al personaggio della giovane Polly. Si segnalano, in particolare, due ‘canzoni’ collocate dopo il suicidio di Hummel, e dunque connesse all’utopia di rinascita e rigenerazione di un’umanità incontaminata, la cui ‘sorgente della vita’ non sia compromessa dall’ipocrisia o dai delitti, come per i personaggi adulti o anziani; nella prima, canta all’unisono con la voce femminile anche una voce maschile (si riconosce la voce di Guaccero stesso), mentre nella seconda – che prelude alla morte di Polly, anch’essa irrimediabilmente minata alla sorgente della vita – la voce femminile è sola a cantare; il testo, in italiano e in prosa, viene salmodiato diatonicamente contro un accompagnamento dell’arpa dissonante e metro-rimticamente irregolare, salvo un ribattuto assorto all’acuto che proviene dalla coda del primo (lungo tutta la pièce) e unico intervento musicale dell’arpa sola, incipiente con periodi ripetuti in uno stile vagamente debussiano, ma virante in una scrittura liberamente dissonante e priva di iterazioni riconoscibili, salvo il ribattuto. L’unico altro intervento musicale, nella zona iniziale della pièce, è una breve melodia tonal-modaleggiante della voce femminile sola, epifania del personaggio di Polly, in quel momento non ancora apparso in scena, ma presente quale osservatrice alla finestra della ricca casa benestante, simboli entrambi delle aspirazioni borghesi (poi frustrate) del giovane Askenholtz.

 

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