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Domenico Guaccero

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51
Altra sigla: 05.01.12

Rota

 


Organico analitico: Arpa [con nastro magnetico ad libitum]

Elenco dei movimenti

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Note: Il lavoro ha un impianto aleatorio e una notazione fortemente grafico-simbolica: le 22 ‘carte’ (numerate 0-21) che compongono il testo sono molto simili ai tarocchi, con un’indicazione agogica al posto del nome e figure simbolico-musicali (del genere ‘sintetico’, con grande varietà di figure riguardanti la sperimentazione timbrica sullo strumento) al posto della figura del tarocco; esse vanno disposte in 11 possibili sequenze sul leggio, e posso esser lette secondo tre direzioni. Durata totale non indicata.

Luogo e data di composizione: [Roma], novembre - dicembre 1979

Note sulla genesi: Il brano è dedicato a Elena Zaniboni, che il compositore ringrazia per ‘averlo introdotto pazientemente ai segreti dello strumento’, e a Libero Samale, medico, studioso di esoterismo e (con lo pseudonimo di Frank Graegorius) scrittore di letteratura nera, che probabilmente ha fornito una lettura-struttura dei tarocchi travasata nell’impianto del lavoro.

Prima esecuzione: 6.12.1983, Roma, Sala IN/ARCH di Palazzo Taverna, Stagione di Nuova Consonanza. Elena Zaniboni, arpa

Note generali: Il lavoro ha un impianto aleatorio e una notazione fortemente grafico-simbolica: le 22 ‘carte’ (numerate 0-21) che compongono il testo sono molto simili ai tarocchi (da cui il titolo), con un’indicazione agogica al posto del nome e figure simbolico-musicali (del genere ‘sintetico’, con grande varietà di figure riguardanti la sperimentazione timbrica sullo strumento) al posto della figura del tarocco; esse vanno disposte in 11 possibili sequenze sul leggio, e posso esser lette secondo tre direzioni; quest’impianto ricorda quello di lavori di Cage in cui la notazione delle azioni sonore-gestuali è riportata su supporti tipo carte da gioco, ma in genere in Cage (Theatre Piece, ad es.) la disposizione della carte viene decisa dal caso a ogni esecuzione, come in un gioco di carte. Quanto al titolo, si fa notare la grafia con cui compare in una delle fonti manoscritte (r-o-t-a), che lo avvicina a quello di Rot. E’ indicata la possibilità di un’esecuzione con nastro magnetico (mai predisposto dall’autore), da avviarsi a inizio esecuzione e lasciar scorrere fino alla fine dosando (da 0 al massimo) nella sua presenza fonica a cura dell’interprete stesso mediante un potenziometro a pedale. Durata totale non indicata.

 

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