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Domenico Guaccero

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44
Altra sigla: 08.10

Luz

 


Organico analitico: Strumento grave e segnale elettronico (o nastro magnetico)

Elenco dei movimenti

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Note: La partitura consiste in una matrice di lettura a 72 riquadri (ognuno della durata di 5"), riempiti di notazione su pentagramma o in campo aperto fortemente simbolica-sintetica, leggibile fino a 4 volte ‘a cannocchiale’: ad ogni lettura successiva alla prima (da compiersi per moto retrogrado, inverso e retrogrado dell’inverso) viene letta una porzione sempre più piccola e centrale di riquadri. Completando una lettura quadruplice si arriva a 10’, ma il brano può essere interrotto in qualsiasi punto dopo i 7’. L’evoluzione nel tempo del livello del segnale elettronico di fondo (timbricamente fisso) non è data in partitura, ma nella Premessa. La scrittura è funzionale a un’esplorazione soprattutto estrema e variegata sul piano timbrico (ben 25 modalità diverse di emissione/eccitazione elencate).

Luogo e data di composizione: [Roma], 1973

Note sulla genesi: Il lavoro, nato per il contrabbassista Fernando Grillo, è poi stato spesso eseguito da Giancarlo Schiaffini al trombone, al quale è stato dedicato. Dal 2004 RaiTrade ha acquisito i diritti del brano, ma non risulta che ne abbia stampato una edizione. Per la genesi entro il ciclo ‘Descrizione del corpo’, vedi Note Generali.

Prima esecuzione: 12.2.1974, L’Aquila, Auditorium del Castello, Società Aquilana dei Concerti – Circolo Giovani Amici della Musica, XXVIII stagione. Ferdinando Grillo, contrabbasso [1. es. attestata; potrebbe essercene stata un’altra in precedenza, a Perugia o Padova].

Note generali: "Luz" fa parte del ciclo "Descrizione del corpo" (insieme a Kardia e Ajna ), elaborato nel corso degli anni ’70 attorno a un principio ternario: tre plessi sacri del corpo (plessi frontale-alto, mediano-cardiaco e dell’osso sacro) corrispondenti ai tre lavori, e al loro interno a tre strati che possono essere eseguiti separatamente, o in combinazioni a due, o tutti e 3 insieme. Luz corrisponde - in ebraico – all’osso sacro, ovvero alla zona inferiore su cui poggia tutta la zona corporea degli organi vitali. Dei tre strati, solo quello corrispondente all’ ‘ajna’ del ‘luz’ sembra esser stato ultimato (l’elemento timbrico ‘vento’, nel piano simbologico di Guaccero, doveva equivalere allo strato ‘alto’ di ciascun pezzo); progettati, negli abbozzi e appunti per lo schema complessivo del progetto nonché nella Premessa a Luz, erano stati gli altri due strati per percussioni o per tastiera e per mino (‘con suoni’, presumibilmente elettronici) o sintetizzatore, di cui non esistono testi musicali. Sono tuttavia conservati anche appunti non datati (sulla forma e sulla disposizione spaziale) per un ‘Luz’ per 8 voci, e un quaderno con alcuni appunti per la preparazione di una performance elettronica dal vivo con questo titolo effettivamente tenutasi il 18.11.1973 (gruppo Musica ex Machina del quale Guaccero faceva parte) per gli Amici della Musica di Perugia; è infine attestata una esecuzione di Luz (Schiaffini al trombone) con la partecipazione di una danzatrice (Luisa Gay), Roma, Nuova Consonanza, 1983. Il brano superstite, per strumento grave (non necessariamente a fiato) e segnale elettronico di fondo, è una matrice di lettura a 72 riquadri, riempiti di notazione su pentagramma o in campo aperto fortemente simbolica-sintetica, leggibile fino a 4 volte ‘a cannocchiale’: ad ogni lettura successiva alla prima (da compiersi per moto retrogrado, inverso e retrogrado dell’inverso) viene letta una porzione sempre più piccola e centrale di riquadri. Completando una lettura quadruplice si arriva a 10’, ma il brano può essere interrotto in qualsiasi punto dopo i 7’. L’evoluzione nel tempo del livello del segnale elettronico di fondo (timbricamente fisso) non è data in partitura, ma nella Premessa. La scrittura è funzionale a un’esplorazione soprattutto estrema e variegata sul piano timbrico (ben 25 modalità diverse di emissione/eccitazione elencate).

 

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