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Domenico Guaccero

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Scheda opera

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29
Altra sigla: 05.05.05

Interno-Esterno

 


Organico analitico: Flauto, oboe, clarinetto, fagotto, clavicembalo/pianoforte, nastro magnetico [le percussioni vengono suonate dai cinque strumentisti].

Elenco dei movimenti

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Note: La notazione è spazio-cronometrica, anche se con l’utilizzo di elementi grafici ‘notali’.

Luogo e data di composizione: Roma [?], 1967

Prima esecuzione: 28.5.1967, Genéve, Château de Merlinge, IV Diorama de la Musique Contemporaine. Angelo Faja, flauto; Giorgio Trentin, oboe; Vittorio Luna, clarinetto; Antonio Viri, fagotto; Roberto Pagano, clavicembalo/pianoforte.

Note generali: Il lavoro è articolato in tre parti non autonome, ciascuna orientata a una categoria spazio-acustica (ma anche spazio-simbolica e in definitiva esperienziale): A, esecuzione fuori della sala (diffusa inizialmente in sala mediante amplificazione), ‘esterno’, esecuzione discontinua, il tastierista opera su strumento di lamine metalliche e pianoforte; B, esecuzione in sala (ma con gli interpreti a bordo palco, restando al suo centro l’altoparlante, il tastierista suona un clavicembalo), ‘interno’, esecuzione senza vuoti e concentrata (se possibile, abbassamento di luci in sala); C, ‘interno/esterno’, gli esecutori siedono in sala accanto agli ascoltatori, suono (dal nastro magnetico) diffuso solo dall’altoparlante, luce solo sui leggii. Durata delle parti: A, 3’50”; B, 6’45”; C, 1’25”. La notazione, sostanzialmente spazio-cronometrica, prescinde spesso dalla sistemazione delle altezze su pentagrammi, e trasferisce la diastemazia entro un ‘campo aperto’ nel quale è utilizzata – per la prima volta – un’indicazione sintetica dei registri d’ottava (grave, medio, acuto, sovracuto, ciascuno a sua volta diviso in quattro sotto-zone ampie circa una terza minore), poi ampiamente sfruttata nei suoi lavori seguenti. Quando la prescrizione non riguarda strettamente il parametro timbrico e la connessa emissione, è raccomandato comunque (a meno che non si tratti di moduli da ripetere il più velocemente possibile) di impiegare microintervalli e di non impiegare più di due altezze temperate (‘docecafoniche’) di seguito. Sono prescritti anche i movimenti degli esecutori nello spazio, e l’uso di corpi eccitanti e sonori (percussioni) non ordinari alla tecnica esecutiva del rispettivo strumento. E’ consentita la presenza del direttore per coordinare le entrate cronometriche degli interpreti.

 

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