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Domenico Guaccero

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Scheda opera

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15
Altra sigla: 05.05.02

….un iter segnato

 


Organico analitico: Oboe, clarinetto, fagotto, tromba, trombone, 2 violini, viola, violoncello, contrabbasso

Elenco dei movimenti

. (4 / 4; 220 battute)
Note: La numerazione delle battute è dell'autore, tenendo presente che una buona parte dei numeri si riferisce a una notazione cronometrico-cpazializzata, per cui una 'battuta' (in realtà uno spazio tra graffe) = un secondo.

Luogo e data di composizione: Roma [?], 1960

Note sulla genesi: Il lavoro potrebbe esser stato composto espressamente per la Prima Settimana di Nuova Musica di Palermo, col cui ambiente Guaccero (al pari degli altri esponenti della neo-avanguardia musicale romana) era in stretto ed organico contatto.

Prima esecuzione: 13.5.1960, Palermo, Teatro Massimo, 1. Settimana Internazionale di Nuova Musica. Gruppo strumentale dell’Orchestra Sinfonica di Roma della RAI; Daniele Paris, direttore.

Note generali: Il brano è costruito – fra gli altri parametri – sull’avvicendamento di differenti temporalità musicali (e, collegate, densità delle textures), per cui diverse tipologie di notazione in rapporto al tempo vengono utilizzate: mensuralità rigorosa, mensuralità elastica (ad es. l’inizio, in cui la polverizzazione della materia in figure ‘il più veloce possibile’ rende superflua la sincronizzazione delle figure), notazione spaziale delle durate, note o pause coronate con durata psicologica (batt. 98 e 215), così come successivamente nella Improvvisazione per viola. Le densità e le figure, così come la paletta timbrica, sono estremamente variate (emergono episodicamente assoli, uno dei quali – al contrabbasso – simile a un assolo jazzistico), per terminare in una linea enunciata in eterofonia timbrica da segmenti diversi dell’ensemble per ogni nota. Verso la conclusione, è prescritto che 6 strumenti su 10 si allontanino dalla loro postazione iniziale (tradizionalmente compatta) per disporsi in formazione aperta e distante, accennando un utilizzo parametrico dello spazio. In una lettera a A. Titone, l’autore accenna all’originalità delle soluzioni qui sperimentate (“fuori dal cliché ‘zeitmassiano’ che è ul verbo di oggi”). Partitura scritta in suoni reali. Durata indicata dall’autore: circa 11’30”.

 

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