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Domenico Guaccero

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02
Altra sigla: 03.02

Liriche di Montale

 


Organico analitico: coro a 4 voci miste

Elenco dei movimenti

1.1. Portami il girasole… (4 / 4; 50 battute)
Trascrizione: Portami il girasole ch'io lo trapianti / nel mio terreno bruciato dal salino, / e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti / del cielo l'ansietà del suo volto giallino. // Tendono alla chiarità le cose oscure, / si esauriscono i corpi in un fluire / di tinte: queste in musiche. Svanire / è dunque la ventura delle venture. // Portami tu la pianta che conduce / dove sorgono bionde trasparenze / e vapora la vita quale essenza; / portami il girasole impazzito di luce.
Note: Indicaz. agogica iniziale: Andante mosso. Durata indicata dall’autore: 3’10”. Il brano presenta un centro tonale-modale nel Sol, e non è privo di alcuni ‘madrigalismi’.
2.2. Forse un giorno… (4 / 4; 22 battute)
Trascrizione: Forse un giorno andando in un'aria di vetro, / arida, rivolgendomi vedrò compirsi il miracolo: / il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro / di me, con un terrore di ubriaco. // Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto / alberi case colli per l'inganno consueto. / Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto / tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Note: Indicaz. agogica iniziale: Lento. Durata indicata (dall’autore): 2’45”. Tra i tre brani della raccolta, questo è il più originale, anche per la condotta puramente melodica (a una sola voce, e con criteri melodici né tonali né modali) che lo interessa negli episodi iniziali e finali; si segnala anche l’uso dell’emissione Sprechgesang.
3.3. Gloria del disteso mezzogiorno… (3 / 4; 62 battute)
Trascrizione: Gloria del disteso mezzogiorno / quand'ombra non rendono gli alberi, / e più e più si fan / per troppa luce, le parvenze, falbe. // Il sole, in alto, - e un secco greto. / Il nuovo giorno non è dunque passato: / l'ora più bella è di là dal muretto / che rinchiude in un occaso scialbato. // L'arsura, in giro; un martin pescatore / volteggia su d'una reliquia di vita. / La buona pioggia è di là dallo squallore, / ma in attenderla è gioia più compita.
Note: Indicaz. agogica iniziale: Mosso. Durata indicata (dall’autore): 2’15”.

Trascrizione: vedi singoli movimenti
Note sul testo: I testi intonati mutano solo in alcuni dettagli la lezione del testo (vedi i testi dei singoli movimenti), in uno dei quali per ragioni prosodico-musicali.

Luogo e data di composizione: -, 1951

Note sulla genesi: Il lavoro è coevo alle Tre liriche di Montale per voce e pf., e potrebbe esser nato nella bottega compositiva costituita dalla classe di Composizione di Goffredo Petrassi presso il Conservatorio di S. Cecilia, cui Guaccero era iscritto.

Prima esecuzione: Prima esecuzione non attestata

Note generali: La scrittura vocale è tradizionale (se si eccettua un breve passo in Sprechgesang) e il testo poetico viene intonato perlopiù fraseologicamente (non seguendo all’occorrenza la segmentazione versuale) salvo qualche frase musicale centrata su singole parole. Il materiale armonico di base è tendenzialmente consonante, ma trattato in maniera molto libera sia nell’arricchimento dissonante, sia nella distribuzione di centri tonali/modali; il secondo brano è il più ‘avanzato’ sotto questo aspetto, e mostra una singolare tendenza a impegnare una voce per volta isolandone i timbri/registri.

Manoscritti

  1. , Fondo Domenico Guaccero, A.L2/2.3.h: Liriche di Montale per Coro a cappella | D. Guaccero

 

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